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ARTISTA ALLA GNAM - Emilio Isgrò: protagonista 2024
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Come accade in alcune istituzioni internazionali, il museo “ospiterà” un artista italiano per un anno, organizzando una serie di incontri ed esponendo in una sala una selezione significativa delle sue opere.
L’iniziativa, promossa e organizzata dal Direttore della GNAM Renata Cristina Mazzantini, in collaborazione con l’Archivio Emilio Isgrò, grazie al contributo di Intesa Sanpaolo e Techbau, main sponsor, con il sostegno di Borghese Contemporary Hotel, sponsor tecnico, offre l’opportunità al pubblico del museo di interagire con i protagonisti dell’arte contemporanea italiana, e agli studiosi, nonché agli studenti delle Accademie e delle facoltà di Valle Giulia, di toccare con mano e approfondire il lavoro dell’artista.
La figura di Emilio Isgrò, una delle più autorevoli della cultura italiana, già celebrata alla GNAM con un’importante antologica nel 2013 e presente nelle collezioni del museo, è stata selezionata per il 2024 in occasione dei sessant’anni della “Cancellatura”: un gesto artistico radicale che ha rivoluzionato il linguaggio dell’arte a livello internazionale. È il gesto artistico che contraddistingue l’opera di Isgrò: parte dalla parola e sostiene la memoria, ma non ha nulla a che vedere con la “Cancel Culture”, che, al contrario, contrasta apertamente.
Per “Artista alla GNAM”, Isgrò ha creato l’opera “Isgrò cancella Isgrò”, con la cancellazione di “Autocurriculum”, il suo romanzo autobiografico, che sarà donata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea.
A partire dal 14 maggio, inoltre, Isgrò, impartirà con cadenza stagionale un ciclo di “Lezioni di Cancellatura” aperte al pubblico, concepite come workshop destinati agli studiosi e agli studenti, dove insegnerà ad avvalersi del “pennello” come filtro selettivo con cui isolare l’essenziale.
Le “Lezioni di Cancellatura” saranno accompagnate da serate su invito dedicate alle “Riflessioni sulla Cancellatura”, una serie di incontri che coinvolgeranno letterati, poeti, giornalisti e scrittori, chiamati a raccontare il proprio rapporto autobiografico con il gesto della cancellatura. Questi incontri offriranno al pubblico un filo conduttore nella complessa produzione di un artista che è anche poeta, romanziere e drammaturgo.
Isgro firma l’opera La formica vagabonda
COMUNICATO STAMPA
LA “FORMICA VAGABONDA” DI ISGRO’ SIMBOLO DI PACE E SUPERIORITA’, LO DICE IL SUO DNA
Roma, 4/06/2024 – Riprende il suo viaggio “La formica vagabonda” di Emilio Isgrò. L’opera mobile dentro un camion, che dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, dove ha sostato per quasi un mese durante le iniziative “Un artista alla GNAM” dedicate a Isgrò “protagonista 2024”, arriverà a Basilea venerdì 7 giugno, per partecipare alla fiera dell’arte di “Basel Unlimited 2024”. Il camion, lungo 17 metri con la scritta “Questo veicolo trasporta una formica”, compie un viaggio migratorio dai tanti significati simbolici. Ancora una volta l’arte di Isgrò – con un colpo di Cancellatura – getta uno sguardo sul mondo per evidenziare quanta potenza ci sia nel piccolo insetto, che simbolicamente abbraccia anche tema degli “ultimi” e degli emarginati come i migranti. Ma non solo. La formica di Isgrò è un simbolo che ricorda la straordinarietà del piccolo insetto contenuta nel suo DNA.
LA FORMICA DI ISGRO’: LA STRAORDINARIETA’ DEL DNA
Nel mondo della fisica, ciò che accade nel piccolo si ripercuote nel grande e viceversa. L’universo appare collegato da milioni di fili invisibili. Così l’artista Emilio Isgrò cerca nella natura quanto di infinitamente grande sia contenuto anche in una piccola creatura coma la formica. A partire dal suo DNA che ha milioni di anni contro le centinaia di migliaia di anni del DNA dell’Homo Sapiens, la formica mette a segno un primato di sopravvivenza sulla terra al quale l’uomo deve guardare. In questa prospettiva gli insetti, come le api, le farfalle e le formiche, appaiono spesso nei lavori di Isgrò, a partire dagli anni ’70. Isgrò li usa come “cancellature mobili”, che sovrappone al testo per creare un dialogo fruttuoso tra natura e cultura. “La formica vagabonda”, partita da San Pier Niceto, in Sicilia, è passata per Napoli e partirà da Roma, passando per Firenze e Milano e giungerà a Basilea. L’opera monumentale in movimento si farà promotrice di pace tra le genti, nei 60 anni dalla prima Cancellatura del 1964.Al via le serate di “RIFLESSIONI SULLE CANCELALTURE”
Evento 14 maggio “Riflessioni di cancellatura” con la Direttrice, Cristina Mazzantini, il Direttore del MAXXI, Alessandro Giuli, Fausto Bertinotti, il Segretario generale della Fondazione Mario Cini, Renata Codello, l’architetto e scultore Mario Botta
Si è svolta il 14 maggio la prima serata di “Riflessioni sulle Cancellature” dedicate all’artista Emilio Isgrò, per inaugurare un ciclo di eventi che animeranno i dibattiti culturali alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. Tutto nasce da un’idea della direttrice della Galleria Cristina Mazzantini, che apre al pubblico il museo non solo come luogo di memoria e conservazione del patrimonio artistico ma anche come spazio di rigenerata produzione culturale.
“Le cancellature sono gesti epici ed etici che sostengono la memoria anziché cancellarla”, ha detto la direttrice Cristina Mazzantini, durante il discorso di apertura sulla poetica di Emilio Isgrò. “Sono come i tagli di Fontana” una delle riduzioni della pittura del ‘900, come afferma Marco Bazzini”, ha precisato Mazzantini. Sono intervenuti i relatori Fausto Bertinotti, Alessandro Giuli, Presidente del MAXXI, Renata Codello, segretario generale Fondazione Giorgio Cini e l’architetto e scultore Mario Botta.
“Cancellare per me era evidenziare un problema e non accantonarlo”, ha detto Emilio Isgrò nel dibattito. “Avevo vent’anni quando feci la mia prima cancellatura ed ero spaventato. Ma l’artista anche quando è solo e ha paura non ha mai paura di dire la verità”. Oggi si celebrano i 60 anni delle Cancellature di Isgrò che ha voluto ricordare i momenti storici e personali più salienti del suo percorso artistico.
Il presidente del MAXXI Alessandro Giuli ha commentato l’impegno morale e sociale di Isgrò per l’installazione, progettata con Mario Botta, per il proprio museo che ripropone le tavole bibliche dei Dieci comandamenti, come fondamento della società civile, lasciando in evidenza solo il quinto comandamento: Non uccidere.
“Non uccidere è la cosa più rivoluzionaria che si possa dire nel nostro tempo – ha commentato Fausto Bertinotti – perché questo è il tempo che rende ordinaria l’uccisione”. In riferimento alla guerra in corso in Ucraina Bertinotti ha lanciato un messaggio di pace citando due volte il Pontefice in merito all’Apocalisse in corso. “La strage è entrata nella quotidianità della nostra vita e i tamburi della guerra hanno egemonizzato il linguaggio. Questa sottrazione che ci viene proposta da Isgrò è un’operazione straordinaria, artisticamente e culturalmente. Non uccidere è la possibilità concreta e necessaria per l’umanità in un tempo che è il tempo dell’Apocalisse”.
“La cancellazione delle leggi raziali come le grandi cancellazioni del mappamondo, ci obbligano a una riflessione e a un rispetto infinito verso i vinti”, ha detto Renata Codello.
Le Cancellature come gesto di “ribellione pacifica” per l’architetto Mario Botta che sono “una lezione di bellezza e di civiltà”.
Documentario Emilio Isgrò. Come cancellare l’inutile
“Emilio Isgrò. Come cancellare l’inutile” è un documentario sulla vita dell’artista, inventore delle Cancellature, andato in onda su Rai 5, per la regia di Guido Talarico, prodotto da Lilium Distribution e Fad in collaborazione con Rai Cultura e Treccani – Istituto della Enciclopedia Italiana.
“Lezioni di Cancellatura” agli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma
Roma 14 maggio 2024 – Sono vere e proprie lezioni di vita sull’arte e la letteratura quelle che Emilio Isgrò ha impartito ieri agli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Roma, presenti al primo incontro di “Lezioni di Cancellatura”. Concepite come workshop destinati agli studiosi e agli studenti, dove Isgrò insegna ad avvalersi del “pennello” come filtro selettivo con cui isolare l’essenziale. A introdurre il dibattito sui temi della memoria, del coraggio, della verità e della solitudine dell’artista più volte affrontati da Isgrò durante il suo intervento, la direttrice Cristina Mazzantini ha ricordato che la “cancellatura è un gesto che sostiene la memoria”.
“L’arte è l’ultima sponda dell’educazione umana” ha detto Isgrò, rispondendo alle domande degli studenti circa la necessità di una “ribellione pacifica” del gesto delle Cancellature.
“Non dovevo risultare troppo intelligente. Avevo capito che dovevo abbandonare quelle ragioni profonde che sono in noi che ci fanno osare e rischiare. Questo mi spinse a portare avanti le cancellature. Gli amici me lo sconsigliarono. Essendo nato in Sicilia una terra di intellettuali ho capito che la mia intelligenza applicata fino in fondo mi avrebbe portato alla rovina”.
“L’artista avrà sempre paura perché sarà solo ma non avrà mai paura di dire la verità”, ha poi ricordato Isgrò.
Cecilia Casorati, direttrice dell’Accademia di Belle Arti ha ricordato che “la cancellatura implica sempre una scelta, un bivio: cosa cancellare e cosa lasciare. Una grande lezione per i nostri ragazzi. Una scelta comporta sempre un rischio, ma a noi piace rischiare”. Casorati ha poi toccato la centralità della letteratura nelle opere di Isgrò “chi ama la parola la ritiene quasi qualcosa di sacro. Ecco perché il rischio diventa maggiore per chi ha più cultura e conoscenza”.
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