Il Laboratorio di restauro della Galleria Nazionale
Il Laboratorio di restauro della Galleria Nazionale si occupa di tutti gli ambiti relativi alla conservazione, tutela, valorizzazione e restauro delle opere della collezione del museo. Il Laboratorio è stato istituito nel 1976, negli anni ha occupato differenti spazi all’interno dell’edificio, a seguito del succedersi di lavori di ristrutturazioni interni, fino ad arrivare alla collocazione attuale, un grande spazio suddiviso in tre ambienti, con grandi finestre, impianto di aspirazione, tavoli e armadi.
Prima del 1976 quando il laboratorio non era ancora stato istituito, gli interventi di restauro venivano svolti da restauratori esterni, come documentato dalle schede presenti nell’Archivio di restauro storico, risalenti al 1899.
Il laboratorio attualmente comprende diversi settori di specializzazione in cui operano restauratori professionisti interni e professionisti e diagnosti tecnico scientifici esterni, selezionati in base alle esigenze tecnico conservative e progetti specifici. I diversi settori di specializzazione sono indirizzati in particolare alla cura, tutela e restauro delle opere di pittura, arte contemporanea, opere realizzate con materiali non tradizionali, installazioni, scultura, oggetti di design, grafica e fotografia, delle opere della collezione di arte moderna e contemporanea della Galleria Nazionale, dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri.
Le attività svolte dal Laboratorio di restauro sono molteplici. I restauratori, a seconda del proprio settore di competenza si occupano di:
– Conservazione preventiva, indirizzata alla definizione, gestione e monitoraggio dei corretti parametri ambientali e di illuminazione, da applicare sia nelle sale espositive del museo, sia negli ambienti dei depositi
– Restauro conservativo: i restauratori sono in continuo aggiornamento per l’applicazione delle più moderne tecniche di intervento per quanto riguarda la conservazione ed il restauro, privilegiando i materiali sostenibili con l’obiettivo di integrare la sicurezza e la salute nel luogo di lavoro con le pratiche innovative indirizzate alla scelta di materiali e tecniche non dannose per l’operatore e l’ambiente.
In particolare, i restauratori si occupano di definire la corretta movimentazione delle opere, stabilendo le pratiche idonee per l’imballaggio, e anche relative alla collocazione all’interno delle casse di sistemi di monitoraggio di temperatura, umidità relativa e vibrazioni, oltre a sistemi antiribaltamento e antishock. Inoltre, i restauratori si occupano di stabilire la tipologia della cassa per il trasporto, che deve essere ignifuga e impermeabile, rivestita internamente con materiali coibentanti, in grado di proteggere l’opera dalle variazioni microclimatiche che possono avvenire durante gli spostamenti.
Il laboratorio di restauro partecipa attivamente a tutte le attività del museo, in occasione dell’allestimento delle mostre, e per stabilire la metodologia di conservazione delle opere nei depositi.
Il controllo puntuale dello stato di conservazione è una pratica necessaria alla compilazione della scheda di valutazione, documento che stabilisce l’idoneità dell’opera all’esposizione, compilato sia per le opere richieste in prestito, sia per le opere esposte al museo. Quando l’opera viene portata nel laboratorio, vengono svolte tutte le attività propedeutiche all’intervento di manutenzione o restauro.
Un altro documento di essenziale importanza è il condition report (CR), documento che contiene tutte le informazioni sull’opera. Il CR contiene tutti i dati relativi all’evento, del museo di provenienza e del museo organizzatore della mostra, i dati identificati dell’opera, autore, titolo e misure. Di competenza del restauratore è la compilazione del grafico delle alterazioni tracciato sull’immagine dell’opera: sul grafico sono riportate le alterazioni e le differenti tipologie di degrado riscontrate al momento della compilazione.
Nel 2021 è iniziato il progetto di digitalizzazione dell’Archivio di restauro, concluso a dicembre 2022. Il laboratorio possiede al suo interno un archivio nel quale sono conservate le 1700 schede di restauro moderne, che fanno riferimento al periodo compreso dal 1950 ad oggi. Inoltre, è presente anche un Archivio storico dove sono raccolte le relazioni di restauro più antiche, precedenti all’istituzione del laboratorio, le schede fanno riferimento al periodo compreso dal 1899 al 1950.