Bianca e Blu, gli abiti esposti in mostra ....

Guida al percorso espositivo

 

“Sento il bisogno di personalizzazione e recupero di un femminile diverso, libero, colorato, semplice, con grande vestibilità e di proporzioni reali, contrariamente alla moda del momento”
– Monica Bolzoni

Monica Bolzoni, moda designer indipendente. Con questa definizione si riassume il carattere distintivo e innovativo del suo lavoro, concentrato dagli anni 80 fino al 2010. A differenza dello stilismo di quegli anni, che punta alle collezioni da sfilata e accentua la passerella come modalità propositiva della griffe, Monica Bolzoni propone, in controtendenza, una moda modulare, abiti senza tempo progettati su e per un corpo femminile reale e non idealizzato. Alla passerella sceglie “la strada” aprendo uno spazio performativo, un luogo di incontro diretto con le clienti e di contaminazione della moda con il mondo dell’arte, cinema e teatro d’avanguardia.

Bianca e Blu nasce come spazio in via de Amicis a Milano, il cui nome si adatta perfettamente alla sua idea di dualità come espressione di un femminile libero da convenzioni. “Bianca e Blu c’era già, è femminile e maschile, è ambiguo”. Dopo BB1 seguirà l’apertura di BB2, uno spazio più grande rispetto al primo. Entrambi sono concepiti come una scatola magica di trasformazione, in cui grazie a un’ampia proposta di total look le donne esplorano, interpretano in modo ludico personaggi mito, archetipi del femminile, per svelare molteplici femminilità. L’ultimo spazio BB Land, trasferito sul Naviglio Grande, è pensato come contenitore della memoria, un archivio completo che raccoglie abiti e accessori, tessuti, documenti cartacei e digitali.

I capi “rieditati” in tempi e contesti diversi sono una costante che attraversa tutto il processo creativo della moda designer Monica Bolzoni.
Poggiandosi su un’idea di progetto senza tempo, in cui tutto si concatena ed è in continua evoluzione e movimento, gli abiti e gli accessori vengono rielaborati per esplorarne a pieno il potenziale trasformativo e la modularità.
Nelle didascalie di seguito, numerosi capi riportano una doppia datazione che si riferisce al momento della prima creazione del capo e a quello della successiva riedizione

Per tutti i capi in mostra, dove non diversamente specificato, Courtesy Archivio Bianca e Blu – Monica Bolzoni.

 

Sala 1 – Le ispirazioni letterarie
Gioco di memorie collettive

Le ispirazioni letterarie, e in particolare l’influenza dei personaggi come Mademoiselle de Maupin, Alice nel Paese delle Meraviglie, Pinocchio, diventano parte integrante della grammatica e del linguaggio della designer. Sono il punto di partenza dell’abito-pensiero, sintesi ideale della poetica e della sua visione.

 

“Se ci si chiede di descrivere il femminile o la femminilità̀, certo è possibile farlo descrivendo la/e donna/e sul piano empirico (in “estensione”), ma alla fine ci si accorge che tutto quanto possiamo dire o aver detto sulle donne rimane insoddisfacente e parziale perché́ abbiamo descritto singole femminilità̀ spesso in contraddizione tra loro che non abbracciano la femminilità̀ nel suo insieme. Allora la via per avvicinarsi al “femminile” dovrà̀ essere un’altra, ci si dovrà̀ rivolgere alla “forma del femminile”, al contenitore malleabile dei particolarismi dell’empiria; tornare alla forma archetipica e ai suoi miti normativi di rappresentazione del femminile realizzato con figure, poesie, canti, racconti e prodotti di tutte le arti”.
– Caterina Marrone

Sulla pedana:

Abito Sherazade
chiffon e setina écru
1982
Courtesy Direzione Regionale Musei della Toscana – Pinacoteca Nazionale di Siena

Collare plissettato in lamé oro
2000
Courtesy Direzione Regionale Musei della Toscana – Pinacoteca Nazionale di Siena

Cuffietta
maglia oro con catena gioiello in argento
1990–2006
Courtesy Direzione Regionale Musei della Toscana – Pinacoteca Nazionale di Siena

Abito Cenerentola
juta grezza
anni ’80 – 2000
Courtesy Direzione Regionale Musei della Toscana – Pinacoteca Nazionale di Siena

 

Nella teca:

Cappello cono e colletto
PVC “polvere di stelle”
2000

Disegni Trench Pinocchio

Due libri fonte di ispirazione: Pinocchio per le geometrie, Mademoiselle de Maupin per la dualità

Foto di Monica Bolzoni come Mademoiselle de Maupin
Anni ‘70

Cappello Tricorno
maglia d’oro
Anni ‘70

 

Foto a parete:

Fazzoletto | Turbante, Bianca e Blu
Foto Michelangelo Di Battista, Style Alice Gentilucci
© Beauty in Vogue Italia 675/2006: 84

Cappello Cono, Bianca e Blu
Foto Luca Manfredi, Style Maddalena Montaguti
© Collezioni Accessori 47/2007b: 93

 

Sala 2 – Lo spazio e le atmosfere di Bianca e Blu.
Il nero
Vestirsi e divertirsi

 

“Sherazade, Grace, Albertine, Brigitte, Fedra, Justine e Cenerentola – alcuni tra i capi più rappresentativi della produzione di Bolzoni – accendono attraverso la loro identità funzionale una sorta di sorellanza archetipica che ispira e guida le clienti nella costruzione ludica, emotiva e visionaria di un look personale”
– Vittoria Caterina Caratozzolo

Sulla pedana:

Abito Grace
nylon froissé nero
1981

Abito Buchi Verticali
raso resinato nero
anni ’90 – 2000

Abito Brigitte sera
velluto nero, scollo schiena con laccetti
1982

Abito Le Nubiane
georgette di seta nera
anni ‘80

Camicia Petalo e gonna Ballon
tulle nero doppiato in georgette di seta
2003

Giacchina Chanel 3 fiocchi
crepe di lana nero
1981 – 2000

Giacca Kabul
cover tecnico elasticizzato nero
anni ’90 – 2000

Top reggiseno drappeggiato
chiffon nero
Anni ‘80

Calzoncino Apollo
raso tecnico nero
2000

Occhiali Specchio
PVC Disco
2002

Fiocchi Amore
raso e jersey
Anni ’80 – primi ‘2000

Guanti
jersey tecnico nero
2000

Scarpa Omaggio a Roger Vivier
faille e organza nera
1989

 

Cappelli:

Cloche
feltro nero a taglio vivo
Anni ‘80

Colletto tondo
organza mauve
1990

Mascherina
jersey tecnico
2008

Collare plissettato con fiocco
raffia
2000

Cappello Omaggio a Cardin
paglia rosa e intarsi in PVC specchio
1980-2000

Colletto uomo
PVC Disco
2002

Cappello Le streghe
nylon nero, rami, chiffon e rose
1985

Cappello Kikingero
raffia nera con anello in legno intarsiato
1981

Orecchino Forchetta
alpacca
1985

Colletto tondo
organza celeste pallido
1990

Cagoule
loden nero e decorazione di bottoni geometrici
Anni ‘90

 

Bijoux:

Déco

Romantico

Nero

Punk

 

Nella teca:

Libro fonte di ispirazione:
L’ Egitto Antico e Moderno Illustrato Dai Primarii Artisti E Descritto Da Giorgio Ebers
tradotto dal tedesco per cura del professore Alessandro Curioni, Cesena
Tipografia Editrice Lombarda, 1879

Fotografie di BB2 ispirata alle atmosfere del libro L’Egitto Antico e Moderno
1982-84

 

Foto a parete:

Ritratto di Monica Bolzoni in abiti Bianca e Blu
Foto: Maria Mulas
1982

Silhouette, le forme del corpo
Foto Albert Watson, Style Manuela Pavesi
© Monica Bolzoni Archives

Orecchino forchetta Bianca e Blu
© ECAL / Nicolas Polli

 

Opere:

Aline Gagnaire
Vueve revant
1962

 

Sala 3 – Le forme del corpo

Abito Omaggio a Fontana
juta e organza bianco
anni ’90

Abito Omaggio a Fontana
raso nero tecnico
anni ’90

Cuffietta con quadrifoglio
jersey lana nera
2006

Colletto tondo
PVC specchio
2002

 

Opere:

Jannis Kounellis
Senza titolo
1966

 

Sala 4 – Il metodo e la grammatica. Colori come valori

L’approccio metodologico di Monica Bolzoni parte dalla geometria, dalle sue principali forme in relazione al corpo, per sviluppare il concetto di modularità che unito alla vasta ricerca di materiali e colori si risolve nella produzione di pezzi di affezione, abiti evergreen, funzionali e sovrapponibili tra loro.

Tra il tradizionale significato di moda, come incessante ricerca di novità estetica, e quello che Monica Bolzoni propone, sussiste una sostanziale differenza: mentre la moda tradizionale impone modelli che «scadono» stagione dopo stagione, i progetti di Bianca e Blu sono senza tempo. In questo senso il concetto si avvicina esplicitamente alle logiche del «design» come disciplina progettuale che vuole dare risposte colte ai bisogni umani secondo logiche industriali.

Gli appunti schizzati di Monica Bolzoni sono una forma di scrittura quasi geroglifica, privata, destinata a immaginare rapidamente intere collezioni.

 

Il disegno dell’abito prevede l’applicazione delle forme geometriche basiche (triangolo, rettangolo, quadrato, cerchio). Parto sempre dal rapporto tra corpo e geometria. Le forme geometriche sono l’alfabeto di un linguaggio in continua evoluzione. Costruire l’abito attraverso la geometria del corpo significa incontrare le sue forme geometriche con il rettangolo per eccellenza: il corpo umano. Penso che Bellezza sia: S, M, L, XL il corpo in scala”
– Monica Bolzoni

“Design per il vestire significa anche affrontare il problema della vestibilità: dallo studio delle forme emerge che non si tratta di pensare all’abito sul corpo, ma al corpo nell’abito”
– Monica Bolzoni
da “Bianca e Blu Monica Bolzoni, per un’archeologia delle forme”
Annalisa Trentin, in d’Architettura, 2007

Sulla pedana:

Abito Kronos lunghissimo
panno lenci rosa con marsupio e fiocco in PVC
1994–95

Spolverino Doppiopetto
lamé oro doppiato raso di seta
anni ’90 – anni 2000

Abito clin d’oeil omaggio a Givenchy
lurex oro
1995

Abito Lancelot Omaggio a Lanvin
maglia di metallo argento
anni ’90 – 2006

Giubbottino Principe
lamé argento doppiato raso di seta blu
primi ‘2000

Gonna due pieghe
lamé argento interno raso di seta
1995 – primi ‘2000

Top Lancelot a manica lunga e collo alto
maglia di metallo argento
anni ‘90

Cintura
pelle argentata
1995

Top bustino
PVC “vetro”
‘anni 80 – 2002

Cagoule Lacelot
maglia di metallo argento
anni ’90 – 2006

Guanti mitaine Lancelot
maglia di metallo argento
anni’90 – 2006

Cuffietta Lancelot
maglia di metallo argento dettagli in PVC “polvere di stelle” e bottoncino d’argento
anni ’90 – 2006

Abito Cresima
organza seta rosa batik
2002

Trench uomo
lurex e bottoni rame
1995

 

Nella sala:

Abito Kronos lunghissimo
Raso elasticizzato verde con fiocco in pvc
1994–95

Abito drappeggiato
chiffon rosso
1985

Abito Fiocco
double satin di seta verde
anni ‘80

Abito Brigitte
PVC vetro
1980 – 2002

Impermeabile Vagabond
PVC specchio foderato in maglina rosa
2002

Silhouette Tailleur Specchio
PVC specchio
2002

 

Tessuti – Colori come valori:

Tre teche con tessuti preziosi e materiali industriali

Teca rosa
Teca celeste
Teca verde
Teca metalli

Studi e sperimentazioni per stampe e tessuti

Studi e disegni Le Forme del Corpo

 

Accessori e Scarpe:

Fascia capelli
setina con piume, fiori chiffon e organza batik
primi ‘2000

Collana Rose
Finta latta oro
1984

Scarpa bassa Omaggio a Cardin
shantung di seta turchese
1989

Scarpa con tacco Settanta
shantung di seta rosa
1987

Scarpa Omaggio a Roger Vivier
faille e organza verde acido
1989

Cuffietta
jersey tecnico verde
2000

Orecchini
finta latta verde
1984

Collare
pelle bronzo
1995

 

Opere:

Josef Albers
Homage to the square
1958

 

Manifesto

Moda design

L’oggetto del progetto è il corpo umano.

Il progetto riguarda un abito in quanto durevole risposta a un bisogno di sentirsi a proprio agio con sé stessi. Il mood (sentire/percepire il momento) è funzionale a una evoluzione progettuale che rielabora gli elementi restituendo un prodotto nuovo, attuale ma che mantiene, nel suo essere progetto, una a-temporalità (elementi nuovi e senza tempo).

Veste tutti i tipi di corpo (S, M, L, XL); la “modella” è il corpo reale.

Propone un guardaroba completo e, così facendo, mostra alla donna la libertà di scelta nel vestire.
Permette d’interpretare in modo libero la complessità di espressioni del femminile; ogni donna può essere simultaneamente tutte le donne (gli abiti hanno un nome che evoca atmosfere, luoghi, personaggi).

Il cambiamento comporta una particolare ipotesi di modularità nel senso che le singole parti (componenti) delle collezioni possono essere sommate o sottratte le une alle altre in una indefinita scomponibilità nel tempo dei capi collezionabili.

Si fonda sul valore dell’idea.
Sul lusso dell’indipendenza espressiva.
Sul colore come valore.

 

 

Sala 5 – Le uniformi, il basi, il blu

 

È una combinazione “aurea”, una ricerca, una sublimazione della forma-colore che procede, come Monica Bolzoni dichiara, per sottrazione:
0+0+0+0….= 1
Ovvero, quanto più togli più raggiungi il “semplice”; al contrario con altra formula:
1+1+1+1….= 0
Cioè quanto più aggiungi tanto più complichi, appesantisci, eccedi, senza metabolizzare.
Del “semplice” Monica Bolzoni ne ha fatto una vera e propria “poetica” personale, da grande artefice: si tratta di un semplice che ha travalicato e corretto il complicato e che lo ha oltrepassato.

 

“Per sua natura, il mito scivola, dal femminile può invadere il maschile”
– Caterina Marrone

Sulla pedana:

Progetto “I like bike”
2006:

Tailleur Bike
giacchina Nanette e gonna Due pieghe in jersey lana blu con bordi neri

Calzini Bike
jersey tecnico blu con banda nera

Cuffietta imbottita Bike
jersey tecnico blu, profili neri e bottoncino argento

Borsa imbottita Bike
raso pratico blu

Abito grembiule scuola
nylon blu, con colletto in piquet bianco
anni ‘90

Mantellina Crocerossina
panno blu con croce applicata in PVC rosso e colletto in piquet bianco
1995 – 2000

Casacca marinara
panno blu con profili in tela cerata
anni ‘90

 

Nella sala:

Tuta Spazio
nylon blu
1990

 

Opere:

Sarah Ciracì
Il sole dell’avvenire
1996

 

Sala 6 – Il jersey alla base delle collaborazioni con l’arte

 

“In un sistema armonioso di relazioni tra ricerca estetica e funzionalità, tra forme geometriche e proporzioni del corpo, gli abiti di Bianca e Blu vengono declinati in diversi colori, tessuti, materiali, e modulati in una gamma di combinazioni reversibili e riutilizzabili, come nei costumi disegnati per l’arte, che ne rappresentano una felice esemplificazione”
– Vittoria Caterina Caratozzolo

 

Sulla pedana:

Tailleur Nanette
tecno Air in poliuretano beige
anni ‘90

Abito Susy Wong
jersey vellutato blu
anni ‘90

Miniabito Principe
jersey tecnico imbottito celeste
anni ‘90

Sandali zeppa Suzie Wong
broccato blu
anni ‘90

Mascherina
Jersey tecnico rosa
anni ’90 – 2000

Mascherina
Jersey tecnico celeste
anni ’90 – 2000

Guanti mitaine
Jersey tecnico rosa
anni ’90 – 2000

Guanti mitaine
jersey tecnico celeste
anni ’90 – 2000

Passamontagna
jersey tecnico imbottito rosa
anni ’90 – 2000

Abito lunghissimo Angelica
jersey tecnico rosa
anni ’90 – 2000

 

Opere:

Letizia Cariello
My Sister is Always with me
2003
Couresy: Fondazione MUSEION, Bolzano

Sante Monachesi
Perspex Blu
1969

Nel 2003, seguendo il concept ideato da Letizia Cariello in occasione della mostra “Moltitudini e Solitudini” (a cura di Sergio Risaliti, Fondazione MUSEION, Bolzano) Monica Bolzoni disegna e realizza i costumi per la performance My Sister is Always With Me.
Sette capi in jersey e una serie di accessori di Bianca e Blu si trasformano in arte. Gli indumenti realizzati per il guardaroba dell’artista – camicia, gonna, pantalone, trench abbinati a guanti, borsa e cloche – portano l’etichetta congiunta Bolzoni-Cariello.

 

Sala 7 – Le collaborazioni con l’arte: Vanessa Beecroft

 

Monica Bolzoni ha dedicato a Vanessa Beecroft una serie di capi realizzati per le performance dell’artista. I pezzi, nati nell’ottica della collaborazione tra moda design e arte, non sono mai stati destinati alla vendita. I costumi mettono bene in luce alcune dimensioni del concetto di basic di Monica Bolzoni: I’idea, il colore, la modularità, l’essenzialità delle forme, il montaggio e la sovrapposizione di vari pezzi e l’idea che l’artista Vanessa Beecroft aveva di un guardaroba creato solo per esistere in una performance.

 

“Nel caso di Vanessa ho voluto semplicemente riazzerare ogni segno a partire dal colore, perché lei potesse utilizzare la scala cromatica in seguito a suo piacimento. Lei, dopo questo lavoro di pulizia, poteva ripartire da capo ed è quello che ha fatto. Quello è davvero un lavoro di moda design. L’idea del collant su nudo, che è un’idea di profonda neutralità, ad esempio, partiva dal presupposto di poter essere utilizzata tante volte su diverse ragazze. Quel neutro era una “categoria” legata al corpo e alla ripetitività”
– Monica Bolzoni

Cappotto Cristallo
capo realizzato per le performance VB15 e VB16 di Vanessa Beecroft
panno Lenci beige con cuciture couture e taglio vivo
1995-6 – 2000

Tailleur giacca e gonna Cristallo
panno Lenci beige con cuciture couture e taglio vivo
1995-6 – 2000
Nel tavolo:

Costume realizzato per la performance VB20 di Vanessa Beecroft
jersey di lurex rosso
1996

Costume realizzato per la performance VB20 di Vanessa Beecroft
jersey tecnico satinato beige
1996

Lingerie a partire da un collant industriale:
calzoncio, slip, completo reggiseno e slip progettati e realizzati per le performance VB15 e VB16 di Vanessa Beecroft
1995-6

Fotografia di un guardaroba completo progettato da Monica Bolzoni (pantaloni e camicie in jersey e in lurex di jersey, trench in gabardine tecnico, costume in jersey laccato, lingerie di lurex di jersey, reggiseni ottenuti dalla trasformazione di collant industriale) realizzato per la performance VB21 di Vanessa Beecroft alla Galleria Massimo De Carlo, Milano
1996

Disegni modulari ricavati dai collant utilizzati per le performance di Vanessa Beecroft
1995-6

Polaroid di Monica Bolzoni e Vanessa Beecroft nel suo studio di Brooklyn
Fine Anni ‘90

 

Opere:

Vanessa Becroft
Tine
1996

Vanessa Becroft
Senza titolo
1994

 

Sala 8 – Photogallery

Il ballatoio di passaggio che collega le sale al primo piano della mostra presenta una serie di fotografie provenienti dai “Book Alice”, raccoglitori neri in formato A3 creati da Alice Gentilucci, fashion editor per «Vogue Italia» e per molti marchi di moda, e dedicati a capi e accessori progettati da Monica Bolzoni.
A completare la sezione, una selezione di redazionali di Vogue Italia dedicati a creazioni Bianca e Blu.

 

Sala 9 – Le collaborazioni con il teatro: Fanny & Alexander

 

“Incontri di corpo e abito, esteriorità e interiorità in opere a sua perfetta misura”
– Mariuccia Casadio

Monica Bolzoni ha collaborato con la compagnia di teatro d’avanguardia Fanny & Alexander in diverse occasioni, specialmente con il progetto di costumi fondamentali per la drammaturgia teatrale, come gli abiti- performance per Amore (2 atti) (2007), K.313 (2007–2008) e There’s No Place Like Home (2009).

Nella collaborazione con il teatro, il vestito è una grammatica che sintetizza un testo. Il costume, nel suo ruolo drammaturgico, è portatore di senso intrecciato a tutte le altre componenti di scena. Non è un caso che “testo” e “tessuto” condividano la stessa etimologia.

In K.313, opera teatrale tratta da Breve canzoniere di Tommaso Landolfi, gli abiti per Lui e Lei, protagonisti dello spettacolo, sono stati creati da Monica Bolzoni attraverso una stratificazione di segni allusivi sospesi tra la vicenda letteraria, la realtà dell’atto artistico e i fatti della cronaca recente. Un vestito da sera diventa, con i suoi buchi e i suoi elementi componibili, divisa da terrorista. Come “accessorio” una borsetta luccicante carica di esplosivo. Dietro c’è uno dei più grandi misteri di questo inizio millennio: il sequestro di 850 spettatori del Teatro Dubrovka a Mosca da parte di 40 militanti armati ceceni.

 

“Per me realizzare un abito è sempre restituire un pensiero, un abito è “un’opera”. È il mio modo di comunicare, e le donne a loro volta mi restituiscono la potenzialità infinita che hanno le forme: non posso mai immaginare tutti i modi in cui le donne vivono gli abiti che creo. Ecco, questo è il fil rouge che mi ha portato a Dorothy. Solo adesso realizzo che Dorothy era già una di loro”.
– Monica Bolzoni

Le scarpette di Dorothy per There’s No Place Like Home, infine, riproducono ancora una volta quella stratificazione modulare – delle forme e dei materiali – quelle moltiplicazioni e contaminazioni che contraddistinguono tutto il lavoro di Monica Bolzoni.

 

Queste scarpette rosse
Hanno un potere magico.
[…] Possono trasportarti i
n qualsiasi luogo del mondo.
– Monica Bolzoni

 

Abito Metamorfico K313 con borsa Bomba e accessori per la metamorfosi realizzata per lo spettacolo K313
jersey tecnico nero e PVC ‘polvere di stelle’
2008

Scarpe realizzate per il personaggio di Dorothy per lo spettacolo teatrale There’s No Place Like Home
Jersey di lurex rosso e PVC “polvere di stelle”
2009

Courtesy Marisa Zattini

Collo Labbra rosse
Indossato insieme all’abito grigio metallico e guanti blu per la pièce teatrale Amore (2 atti)
seta e chiffon
2007

 

Opere:

Filippo De Pisis
La vecchia Alsaziana
1948

 

Video:

Teatro e Moda
2’ 07”

Abito Metamorfico K313. La trasformazione
3’ 03’’
2007

 

Sala 10 – Mai dire Mao

Il progetto, realizzato nel 2007 per la mostra Mai dire Mao! Servire il Pop a cura di Gherardo Frassa, parte dalla rivisitazione delle divise e degli accessori indossati dagli interpreti del rivoluzionario balletto “Il distaccamento femminile rosso” di Li Cheng Xiang del 1964.

Sulla pedana:

Abito tunica Tre buchi
faille di cotone e organza blu con girandole
1995 – 2006

Berretto Mao
Ecopelle argento con stella originale periodo Mao
2006

Borsa Mao
PVC rosso
2006

Collo
PVC vernice rosso
2006

Scarpette rosse  Mao
tela e PVC
2006

Libretto rosso: manuale cinese per la produzione della giacca della divisa maschile dell’Esercito utilizzata dalle Guardie Rosse.
Courtesy: Gherardo Frassa

Libro Mai dire Mao, servire il pop
Edizioni Nuages
2007

 

Dal soffitto:

Giacca Mao
lurex argento, cintura ecopelle argentata con dettagli in vernice rossa
2006

Giacca, rivisitazione in chiave pop della divisa maoista
modello originale con aggiunta di decorazioni in PVC lucido rosso
2006

Gonna Mao
popeline rosso e girandole
2006

 

Opere:

Piero Dorazio
Minus one
1959

Paolo Scheggi
Zone riflesse
1963

Claudia Losi
About Proximity
2016
Courtesy l’artista

Video:

Monica Bolzoni, Video screen e sfilata Bianca e Blu, Università di Firenze
2008

Monica Bolzoni, Questa è BBLand: la mia scatola magica il mio archivio
2011-2012