Achille Perilli e la Galleria Nazionale. Un ricordo dell’artista

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Nel ricordare il grande maestro Achille Perilli, protagonista di un percorso particolarmente intenso e dagli esiti importantissimi per la storia dell’arte contemporanea italiana, affiorano diversi momenti che hanno visto la sua presenza alla Galleria Nazionale, e che raccontano il rapporto tra un artista e un museo come tappe dell’evolversi di una carriera.

È alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna che nel 1946 Achille Perilli, all’età di diciannove anni, visita la mostra Pittura francese d’oggi e si trova di fronte alle opere di Matisse e Picasso, oltre a quelle di  esponenti della pittura francese del XX secolo come Braque, Delauney, Dufy, Fourgeron, Gischia, Leger, Pignon, Tal Coat, Villon.

Achille Perilli ne rimane impressionato: “Nell’aprile del 1947 compare il primo e unico articolo di Forma1, con il manifesto del gruppo di artisti operanti a Roma che si raccoglie sotto la stessa denominazione. La rivista segna l’inizio della vicenda artistica di Perilli e caratterizza questo suo primo apparire sulla scena culturale offrendo all’attenzione del pubblico non solo la sua produzione artistica, ma anche le sue riflessioni critiche (…); in Perilli, il binomio pittura-ricerca teorica assume un più preciso significato di bisogno di conoscenza e chiarificazione –  che resterà costante negli anni – dei processi culturali in atto. Il primo articolo di Perilli, pubblicato in Forma1, Gli espressionisti del Secolo, ha forti toni polemici contro la pittura “malata” di espressionismo, cui si contrappone la tradizione europea considerata realmente moderna, costituita dall’asse “Cezanne, poi i Fauvese il cubismo: cioè Matisse e Picasso”; è in sostanza la linea emersa dalla mostra  Pittura francese d’oggi presentata alla Galleria Nazionale dl’Arte Moderna che costituisce la prima occasione di incontro diretto con esperienze moderne europee per la cerchia dei giovani artisti romani”.
(Pia Vivarelli, La “metodologia dell’irrazionale” in Achille Perilli)

Il 1947 è anche l’anno in cui Achille Perilli fonda il gruppo artistico Forma1 insieme ad Accardi, Attardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Sanfilippo, Turcato, un’esperienza segnante, ma niente affatto isolata, per un artista che si sarebbe sempre distinto per quel carisma e quell’entusiasmo con cui ha saputo riunire artisti – e linguaggi dell’arte – intorno a sé e dare vita a nuove realtà culturali in tanti momenti del suo percorso. Con Forma1, si definisce la direzione del formalismo astratto, che sarà la base della ricerca condotta sulle forme geometriche e su un’espressione tesa a tenere insieme due forze in contrasto, ossia dinamismo e staticità, irrazionale e progettuale, tra cui si muove il gesto automatico – come avrebbe definito lo stesso Achille Perilli la propria istanza creativa.

Achille Perilli è alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna nel 1951 come organizzatore della mostra dal titolo Arte astratta e concreta in Italia, una prima rassegna di arte astratta italiana dove figura insieme a Consagra, Dorazio, Turcato, Corpora, Scialoja e Capogrossi nella rosa dei rappresentanti della corrente astrattista fortemente sostenuta da Palma Bucarelli.

 


Copertina del catalogo della mostra Arte astratta e concreta in Italia
Archivio della Galleria Nazionale

Nel 1955, Achille Perilli è nuovamente presente alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna in occasione di una mostra da lui organizzata insieme a Leonardo Sinisgalli, conosciuto lo stesso anno, Prampolini, Dorazio e il gruppo di artisti legati alla Galleria dell’Art Club. Intitolata Le arti plastiche e la civiltà meccanica, la mostra si distingue per la novità della convivenza di opere di pittura e scultura insieme a oggetti meccanici, dove “le Macchine entrano per la prima volta in una Galleria d’arte accanto a pitture e sculture, vis a vis finalmente (…) per documentare una consanguineità, una parentela grafica, plastica, viscerale fra le creazioni disinteressate degli artisti e le utili invenzioni degli ingegneri” (Leonardo Sinisgalli). Nel rapporto con Sinisgalli, Achille Perilli avvia un fondamentale filone della propria ricerca artistica a contatto con la poesia e la scrittura, che lo porta in seguito a collaborare con poeti come Tristan Tzara, Jean Clarence Lambert, Edouard Jaguer e il gruppo di poeti parigini Phases, Angelo Maria Ripellino, Giorgio Manganelli, Nanni Balestrini, il Gruppo63 e molti altri.

 


Ritaglio di giornale d’epoca con recensione di Leonardo Sinisgalli
Archivio della Galleria Nazionale

La Galleria Nazionale sarà uno dei luoghi di elezione per la produzione di Achille Perilli legata alla musica contemporanea e al teatro sperimentale, linguaggi con cui intreccia relazioni fondamentali per la propria formazione e creazione artistica, accanto alla poesia. La realizzazione di scene, costumi e proiezioni lo impegnano per una parte considerevole del proprio lavoro, e per diversi anni. Nel 1969, promuove lo spettacolo di Tadeusz Kantor dal titolo Poule d’eau, allestito alla Galleria Nazionale dal gruppo Cricot 2, mentre nel 1973 cura l’allestimento della piece Le bellocce e i cercopitechi di Stanislaw Witkiewicz, scrittore e filosofo, teorico del “formismo”, avanguardia artistica polacca.

Con il collettivo artistico multidisciplinare Gruppo Altro, sempre alla Galleria Nazionale, lavora alla realizzazione dello spettacolo Experimenta nel 1974 e dello spettacolo di struttura-azione Zaum, nel 1976, tappe esemplari della ricerca “intercodice” degli anni Settanta. Tra i fondatori di Altro nel 1972, insieme a Achille Perilli c’è la moglie Lucia Latour, coreografa e danzatrice, architetto di formazione, figura fondamentale per la sperimentazione e l’innovazione del linguaggio della danza in rapporto alle arti visive, alla musica e alle nuove tecnologie. “Nel Gruppo Altro si registrava un’operazione di creatività collettiva. Ciascuno di noi lavorava stravolgendo il proprio codice a favore di quello altrui. Ecco: il musicista agiva col codice del pittore, il pittore con quello del poeta e così via. Avveniva un continuo sconfinamento” (Achille Perilli).

 


Locandina dello spettacolo Experimenta del Gruppo Altro
Archivio della Galleria Nazionale

Fotografia di scena dello spettacolo Experimenta

Fotografia di scena dello spettacolo Experimenta

Locandina dello spettacolo Zaum del Gruppo Altro
Archivio della Galleria Nazionale

Il 1988 è l’anno della grande mostra retrospettiva che la Galleria Nazionale d’Arte Moderna dedica ad Achille Perilli e a Gastone Novelli, due mostre curate da Pia Vivarelli che inaugurano lo spazio espositivo dell’“ampliamento Cosenza”, dal nome dell’architetto che lo ha progettato.

Due artisti e due amici, molto diversi ma accomunati dalla “parola dipinta” e dai rapporti con poeti e letterati contemporanei, a partire dal Gruppo63.

 


Immagine della mostra del 1988
Archivio della Galleria Nazionale

Da questa mostra, ha avuto origine la donazione che ha permesso a diverse opere di Achille Perilli di entrate a far parte della collezione permanente della Galleria Nazionale, formando così uno dei nuclei più cospicui. Nel 2012, l’artista è rappresentato nella mostra Le storie dell’arte. Grandi nuclei d’arte moderna, a cura di Massimo Mininni, approfondimento dedicato alla storia delle acquisizioni museali secondo i principali gruppi monografici.

 


Achille Perilli, La fiesta triste, 1955

Achille Perilli, Lo spazio del cuore, 1967

Achille Perilli, L’occhio di Marat, 1974

I versi dell’amico Angelo Maria Ripellino, pubblicati nel catalogo della mostra del 1988, salutano il grande maestro con queste parole:

Achille, ricordi le storie di cubi e di rombi,
di soldatini – lineette, di lune – triangoli,
che affascinavano la nostra infanzia?
Vagoni violacei di stelle correvano
nell’area steppa del firmamento.
Penelope ancora tesseva, ma Ulisse
era tornato da tempo con un veliero di Klee
(da Epistola al signor Perilli)

 


Achille Perilli alla Galleria Nazionale, 1988