Women Up

  • Pubblicato da xister Reply Il 10 luglio 2020 alle ore 7:49 pm

Negli ultimi otto anni la Galleria Nazionale ha costantemente rivolto la propria attenzione alle donne e al femminismo, alle sue pratiche e ai suoi strumenti di indagine e riflessione, che sono stati protagonisti dell’attività espositiva con mostre, progetti, festival, eventi e call.

Women Up

Women Up ribalta l’espressione inglese “woman up” e sbriciola lo stereotipo sotteso dall’invito a “comportarsi da donna” allargando a dismisura le prospettive. Women up è l’azione che dà un nome alle cose, mette in campo il potere fondativo del linguaggio e ci ricorda ancora una volta che actions speak louder.

Women Up è un’inesorabile ma necessaria e avvincente corsa ad ostacoli che attraverso progetti, mostre, eventi, opere, call, voci, video e dati sottolinea la centralità dello sguardo delle donne e dell’indagine sul femminismo per la Galleria Nazionale.

Con Women up alziamo il volume delle voci.

Ready?
Sisters and Brothers!
Pump up the volume
We gonna yet ya!

Queste solo alcune delle tappe più significative che raccontano l’impegno, l’attenzione e il coinvolgimento della Galleria Nazionale nell’accendere e alimentare la riflessione sul significato del femminismo nel nostro tempo.

 

Dove eravamo fino a giugno 2020?

Negli ultimi anni, sotto la direzione di Cristiana Collu, la Galleria Nazionale ha costantemente rivolto la propria attenzione alle donne e al femminismo, alle sue pratiche e ai suoi strumenti di indagine e riflessione, che sono stati protagonisti dell’attività espositiva, di progetti speciali, eventi e iniziative.

Il progetto Museum Beauty Contest (2016), la chiamata a raccolta di artiste e donne contro la depenalizzazione della violenza domestica in Russia (2017), la mostra Corpo a corpo | Body To Body (2017) e #GIRLISTHENEWTIME il primo empty museum totalmente al femminile, le Accademie della Maestria femminile (2018), il festival Women Out of Joint (2018), l’acquisizione dell’Archivio Carla Lonzi (2018), la open call per testi Dopo Hegel su cosa sputiamo? (2018), ispirata al pensiero lonziano come quella internazionale per video-autoritratti Taci. Anzi, parla (2020), le mostre Giulia Napoleone. Realtà in equilibrio (2018), Marina Malabotti fotografa (2019) e Le opere e gli archivi: Mara Coccia e Daniela Ferraria (2020).

 

Giugno 2020: collezioni, acquisizioni, mostre (i numeri)

Nel 2020 è stata condotta una ricerca sulle artiste della Galleria Nazionale, attraverso un’analisi delle collezioni, delle acquisizioni e delle mostre temporanee. Cosa è emerso?

251 artiste, il 10% del totale. 517 opere e 26 paesi di provenienza. 3 opere di artiste acquisite per anno fino al 2014, che diventano 16 per anno dal 2015 ad oggi. Il 20% di tutte le opere di artiste è entrato in collezione negli ultimi cinque anni e nel 2019 le opere di artiste rappresentano il 30% del totale delle acquisizioni.

Dal 2016 sono 13 le mostre dedicate interamente ad artiste donne, e nelle mostre collettive la presenza femminile media è del 25% con presenze anche più elevate.

A giugno 2020, Time is Out of Joint espone 17 artiste, il 10% del totale. A marzo 2021 sono diventate 85, oltre il 30% di tutte le opere esposte al museo in quel momento.

Fatto da un’artista | Made by a woman artist

Fatto da un’artista | Made by a woman artist è un progetto video e un intervento specifico sulle opere di Time is Out of Joint. Alcune interviste condotte attraverso diversi quartieri di Roma sono state lo spunto per compiere un gesto semplice ma significativo nel museo: accanto a 27 opere in mostra, un’etichetta evidenzia in giallo una caratteristica dell’opera visibile, ma spesso sorvolata dallo sguardo: l’essere realizzata da un’artista.

Un’azione di immediata lettura che vuole portare l’attenzione sullo status delle donne nei musei, come autrici che definiscono e si definiscono in un’opera e non solo come soggetti rappresentati da un altro occhio.

 

Women Up dal 2020

A ottobre 2020 Time is Out of Joint ha avuto come cifra caratterizzante l’inserimento di un significativo numero di opere di artiste provenienti dalle collezioni della Galleria Nazionale. Le narrazioni della mostra – in cui si intrecciano molteplici possibilità di letture, traiettorie e percorsi – vedranno la presenza di opere, voci e prospettive differenti per intercettare in modi nuovi le assonanze e i cortocircuiti che attraversano il percorso espositivo.

In vista dell’esposizione, il museo ha inoltre condotto una campagna diagnostica e di restauri sulle opere delle artiste nelle collezioni, rafforzando lo studio e la valorizzazione di questo patrimonio. 

A dicembre 2020 si è completata la “trilogia” legata al pensiero di Carla Lonzi, con una open call per contributi audio dai titolo Vai pure. La call rimanda alla registrazione del dialogo intercorso tra Carla Lonzi e l’artista Pietro Consagra che porterà alla fine della loro relazione sentimentale, un dialogo che mette in luce i punti inconciliabili e le profonde differenze tra necessità e culture di due individui. Interrogando nuovamente l’eredità di Carla Lonzi, la call Vai pure vuole aprire forme di dialogo e di condivisione attraverso la voce, esplorando lo spazio intimo e potente delle relazioni.

Le tematiche di Women up trovano un altro importante momento di confronto a marzo 2021 con Io dico Io – I say I, la grande mostra a cura di Cecilia Canziani, Lara Conte e Paola Ugolini che riunisce oltre 40 artiste italiane di generazioni diverse che in differenti contesti storici e sociali hanno raccontato la propria avventura dell’autenticità, restituendo attraverso una costellazione di visioni il proprio modo di abitare il mondo.

Io dico Io – I say I nasce dalla necessità di prendere la parola e parlare in prima persona, per affermare la propria soggettività, componendo una sola moltitudine, una molteplicità di io che risuona di consonanze e dissonanze. La mostra sfugge a qualsiasi sguardo retrospettivo e sta nel presente, guardando a modi differenti e singolari di dare corpo all’istanza del femminismo. Concepita prima della pandemia, Io dico Io – I say I si è mostrata permeabile al tempo che abbiamo attraversato, incorporando nuove riflessioni e produzioni delle artiste coinvolte, e arricchendo il percorso espositivo con i video vincitori della call Taci. Anzi, parla e contributi audio dalla call Vai pure.

In parallelo alla mostra, l’Archivio Carla Lonzi vivrà un nuovo momento di attivazione, con una sezione espositiva dedicata. Fin dalla sua acquisizione nel 2018, l’archivio è stato il propulsore di progetti e ricerche all’interno e all’esterno del museo, permettendo a studiose e studiosi di accedere a un prezioso materiale documentario il cui valore è internazionalmente riconosciuto per la storia dell’arte e il pensiero di genere.

 

L’Archivio Carla Lonzi è iinteramente digitalizzato grazie al supporto di Google Arts & Culture, e il suo patrimonio è disponibile a tutti online, ampliandone ancora la diffusione e le possibilità di lettura e interpretazione.

 

A giugno 2021 il Salone Centrale ha ospitato una mostra dell’architetta spagnola Izaskun Chinchilla, che è intervenuta nello spazio del museo con un’elaborazione del concetto teorico e spaziale della sfera armillare, modello medievale del cosmo composto da una sfera ad anelli concentrici usato per insegnare il movimento delle stelle.

Attraverso le sfere, la mostra riflette sulla filosofia e la politica degli spazi materiali, indagando anche le caratteristiche della produzione architettonica femminile. Dalla sfera intima a quella pubblica e sociale, il progetto cerca di creare un luogo fisico associato ai problemi che stanno cambiando il mondo in cui vogliono vivere le donne.

A novembre 2021 la Galleria Nazionale ha inaugurato la mostra Antonietta Raphaël. Attraverso lo specchio, curata da Giorgia Calò e Alessandra Troncone e promossa in collaborazione con l’Istituto Lituano di Cultura e l’Ambasciata di Lituania in Italia.

La figura di Antonietta Raphaël (Kaunas 1895 – Roma 1975), l’artista di origini lituane esponente di spicco della Scuola romana, viene raccontata attraverso dipinti, sculture e opere su carta, accompagnati da documenti, fotografie di famiglia, lettere e pagine dei suoi diari. Completa l’esposizione una selezione di opere di Mario Mafai – compagno di una vita – unitamente a un video documentario inedito realizzato per la mostra.

Femminilità e maternità, concetti-chiave ricorrenti nell’opera dell’artista, che più volte nei suoi scritti accomuna la donna a Dio per la capacità di “creare qualcosa dal nulla”, e che ritornano in chiave più strettamente autobiografica nei ritratti dedicati alle figlie Miriam, Simona e Giulia, le Tre sorelle a cui è dedicata la scultura omonima del 1936, parte della collezione della Galleria Nazionale.

A dicembre la Galleria Nazionale ha inaugurato la mostra a cura di Anna Di Cesare dedicata a Monica Bolzoni e al suo storico marchio e luogo performativo Bianca e Blu per raccontare la sua esperienza trentennale di moda designer, con l’intento di esplorare concettualmente il processo che ha animato la sua articolata esperienza creativa.

La poetica del semplice è l’ingrediente che ha nutrito e animato il lavoro di Monica Bolzoni, protagonista sui generis della storia della moda italiana e internazionale, dando vita a un linguaggio personale raggiunto operando scelte fortemente selettive, coerenti con la sua personalità libera e indipendente. Oggetto della sua ricerca sono gli archetipi del femminile, secondo un preciso studio di forme modulari per giungere allo sviluppo di un canone di eleganza contemporaneo, sofisticato e sintetico che esalta il corpo reale della donna.

Nel 2022 tre personali dedicate a tre artiste italiane: Chiara Bettazzi, Daniela Comani e Mirella Bentivoglio.

La mostra Surplace, a cura di Saretto Cincinelli, che presenta per la prima volta sotto forma di unica e inedita installazione le opere fotografiche più recenti di Chiara Bettazzi. Le 36 opere fotografiche esposte, provenienti dalle serie Still Life (2020), A tutti gli effetti (2021), Aste (2021) Equilibri precariElevazioni (2022), sono tutte accomunate da un punto di origine condiviso anche con la pratica installativa dell’artista, e rappresentato dai grandi agglomerati plastici ed eterogenei di oggetti e frammenti di oggetti d’affezione che trasportano con sé la memoria e le stratificazioni del vissuto.

Con l’opera YOU ARE MINE, Daniela Comani affronta la questione estremamente attuale del femminicidio. Attraverso un’installazione site-specific concepita per il Corridoio Bazzani della Galleria Nazionale, l’artista condivide la propria riflessione esponendo una serie di riproduzioni di articoli di giornale raccolti, selezionati, archiviati e manipolati, che riportano notizie di omicidi avvenuti fra le mura domestiche. Ma questa volta, è dato un punto di vista diverso: “ho invertito la cronaca dei nostri quotidiani (l’uomo diventa donna, la vittima carnefice e viceversa), invitando così a riflettere sul fenomeno del femminicidio e sulle sue assurdità” (Daniela Comani).

La mostra Quanto Bentivoglio? celebrativa dei 100 anni di Mirella Bentivoglio (Klagenfurt 1922 – Roma 2017) – artista, curatrice, poetessa, performer e molto altro – guarda al futuro attraverso la presentazione di un centinaio di opere ancora oggi abbaglianti per la loro capacità di comunicarci, al di fuori degli standard consueti, il raggiungimento di altri significati possibili, il superamento del limite riduttivo dei confini dell’opera.

 

La Galleria Nazionale ha collaborato con Google Arts & Culture per portare online il programma Women Up, con 162 storie e oltre 16.000 immagini e video. All’indirizzo g.co/womenup è possibile esplorare online i contenuti della collezione della Galleria Nazionale, scoprire l’Archivio Carla Lonzi e la mostra Io dico Io – I say I.