A distanza ravvicinata

  • Pubblicato da xister Reply Il 6 luglio 2020 alle ore 12:14 pm

A distanza ravvicinata? Prima di tutto è una modalità di stare, che viene calibrata e ricalibrata continuamente, come il movimento di una messa a fuoco. A distanza ravvicinata si può abitare uno spazio. Fotografare a distanza ravvicinata, oltre a riferirsi a una distanza focale, richiede una precisa relazione tra fotografo e soggetto ritratto. E ancora, ravvicinati, si dicono gli incontri con forme di vita aliene.

In tutte le diverse sfumature, si tratta di un concetto relativo: si può essere a distanza solo se in un certo luogo si trova un altro. Altro soggetto, altro spazio, altro pensiero. E nella formula della distanza che si ravvicina, c’è solo in apparenza un ossimoro. Trovarsi vicini riduce la distanza ma non la nega, come un gas che, compresso, riduce il suo volume ma non per questo scompare. Per il filosofo Byung-Chul Han “la vicinanza e la distanza stanno fra loro in un rapporto di mediazione dialettica, come l’Identico e l’Altro.
Ogni vicinanza in fondo è una ravvicinata distanza.

 

A distanza ravvicinata

"Tutto si è rimesso in movimento, il movimento ha a che vedere con emozione e trasporto. E con questo trasporto dovremo imparare ad essere un po' più comete e un po' meno pianeti". Cristiana Collu, Direttrice della Galleria Nazionale.

Pubblicato da La Galleria Nazionale su Venerdì 22 maggio 2020

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In questi mesi ci siamo confrontati da vicino e in prima persona con i modi in cui abitiamo lo spazio e il tempo, con la nostra collocazione, con lo sguardo che rivogliamo agli altri, con il rapporto con ciò con cui siamo intimi e ciò che ci è totalmente estraneo.

Il 18 maggio 2020 ha inaugurato A distanza ravvicinata nel Salone Centrale della Galleria Nazionale. La mostra mette in campo innumerevoli possibilità di racconto e di dialogo delle opere della collezione, che costruiscono nuovi mondi e nuove combinazioni, rintracciando ogni volta connessioni e rimandi che sempre sfuggono alla catalogazione e tassonomia che si avvale di un unico sguardo lineare.

 

A distanza ravvicinata

 

Cinque artisti in mostra, Paolo Meoni (Prato, 1967), Luisa Lambri (Como, 1969), Daniela De Lorenzo (Firenze, 1959), Stefano Arienti (Mantova, 1961), Corrado Sassi (Roma, 1965) approfondiscono in brevi interviste alcuni temi centrali di A distanza ravvicinata: il rapporto con lo spazio, l’abitare, l’intimità, lo sguardo che rivolgiamo all’altro, nelle sue diverse forme.

Paolo Meoni, Unità residenziale di osservazione, 2009, 5’41”
Luisa Lambri, Senza titolo, 1996
Daniela De Lorenzo, Escamotage, 2010
Corrado Sassi, Natale di Roma, 2004
Stefano Arienti, Senza titolo (Ritratto di Federica Cimatti), 1996​

Interviste di Francesca Palmieri