Visita agli archivi della Galleria Nazionale

  • Pubblicato da xister Reply Il 4 marzo 2019 alle ore 8:26 pm

Per comprendere la ricchezza del patrimonio documentario di cui dispone la Galleria Nazionale, occorre analizzare, in base alle differenti finalità cui rispondono le sue sezioni, il sistema archivistico che costituisce il suo centro di documentazione.

 


Fondo Galleria L’Obelisco, Irene Brin e Gaspero del Corso – Palma Bucarelli al vernissage della mostra Calder

 

Ogni istituto possiede un archivio in cui è conservata la testimonianza delle sue decisioni, di tutte le sue azioni svolte e di quelle non svolte. Tutto ciò ha, in prima facie, un interesse di carattere giuridico-amministrativo fondamentale perché documenta in modo oggettivo l’azione dell’istituto stesso. Ciò significa che tutti i documenti che l’istituto produce e riceve sono gestiti dall’archivio che ne preserva il valore e il significato e che, contemporaneamente, li rende costantemente reperibile per ogni utilizzo. I complessi documentari della Galleria Nazionale vengono dunque gestiti nella loro prima fase in quello che si definisce archivio corrente, ma ognuno di essi, col tempo, è destinato a spostarsi. La transizione comincia ad un anno dalla chiusura del fascicolo quando, venuta meno la sua necessità immediata per l’attività istituzionale, se ne effettua il trasferimento nell’archivio di deposito. Questa nuova collocazione, che vede i documenti ancora reperibili, consultabili ed utilizzabili, serve a liberare il campo da tutto ciò che non viene più richiesto a cadenza regolare. A trent’anni dalla loro produzione, questi complessi documentali, pur mantenendo tutta la loro rilevanza giuridica e probatoria, vengono sottoposti al vaglio della Commissione di vigilanza per gli archivi per le delicate operazioni di scarto – processo di selezione che serve a determinare tutto ciò che dovrà essere definitivamente distrutto. Al contempo, tale processo stabilisce quanto meriti il riconoscimento permanente di un interesse e di un valore storico in virtù  del quale parte del materiale verrà invece versato nell’archivio storico per la sua inventariazione e conservazione permanente.

 


436A e 436B – fronte/retro di una lettera di Marcel Duchamp a Palma Bucarelli per una proposta di mostra del ’65

 

Nell’archivio storico ha dunque sede la memoria della Galleria Nazionale. Lo sterminato repertorio di documenti contenuto parla del museo raccogliendo in sé frammenti della sua esistenza, ed è fondamentale per la ricostruzione della sua identità. Gli atti prodotti dalla Galleria Nazionale dalla sua fondazione ad oggi testimoniano il suo perenne divenire attraverso i regolamenti, i verbali relativi alle attività, ma anche, naturalmente, i certificati, i bilanci, le documentazioni sulle relazioni esterne. Ognuna di queste occorrenze è un piccolo tassello di una realtà che muta ogni giorno, ma di cui la Galleria Nazionale non perde mai il filo, custodendola nelle sue stesse strutture. L’archivio storico salvaguarda le tracce materiali della quotidianità del museo, dei precipui riscontri formali delle singole azioni o attività che si svolgono al suo interno; con la sua apertura alla consultazione, esso è il principale interlocutore di ogni possibile domanda sul funzionamento, sulla vita e sulla storia della Galleria Nazionale.

 


Fondo Galleria L’Obelisco, Irene Brin e Gaspero del Corso – Alberto Burri

 

Insieme all’archivio storico, grazie all’estensione in organicità e in ampiezza dei materiali, conseguita da Palma Bucarelli con la loro fondazione, l’archivio fotografico, l’archivio bioiconografico e i fondi storici permettono all’attività di conservazione operata dalla Galleria Nazionale di raggiungere scopi che sono persino al di là delle sue normali funzioni. Nella loro diversificazione, gli archivi incrementano insieme la capacità e il significato dell’archivio storico, perché contengono infinite diramazioni verso la storia, verso il pubblico e l’intero mondo culturale, e perché propongono nella loro immensa vastità nuovi spunti per lo studio, per la ricerca, per ogni genere di curiosità.

 

Opening van Gogh
Visitatori durante l’inaugurazione della mostra van Gogh del 1988

 

L’archivio bioiconografico è una prerogativa personale della Galleria Nazionale, una sua peculiarità esclusiva e di grande importanza. Esso conserva notizie sugli artisti, sui critici, sui curatori, in forma di materiali stampa di ogni genere, dagli inviti ai manifesti, dalle locandine ai cataloghi delle mostre e di altre istituzioni pubbliche e private, o ancora in forma di documenti fotografici relativi a mostre ed eventi. Tutti questi materiali, prodotti esternamente, sono testimonianze sulla cronologia degli eventi, sulle manifestazioni italiane e straniere, sui ricordi della Galleria Nazionale vista dagli altri, dal suo pubblico e dai suoi ospiti, e provengono dall’abbonamento alle rassegne stampa sull’arte così come dalla relazione diretta con artisti, curatori e personaggi di vario genere. Questo patrimonio, in permanente crescita, condivide i suoi spazi con un repertorio documentario di grandissima rilevanza storica: accanto all’archivio bioiconografico, infatti, trovano la loro sede eccezionale i Fondi storici, ovvero gli archivi individuali di altri enti, fondazioni o soggetti singoli, che dal 1973 implementano il patrimonio della Galleria Nazionale con una documentazione molto variegata e di grande potere intertestuale. I fondi storici raccontano le storie più differenti, nella forma dei manoscritti, delle corrispondenze, delle bozze, delle fotografie, e dei documenti personali risalenti ai personaggi dell’arte, della letteratura, della cultura. Questa relazione con la Galleria Nazionale garantisce loro l’accesso al suo inesauribile dialogo con la storia, e alla sua illimitata funzione di dispositivo di narrazioni. I documenti raccolti nell’archivio bioiconografico e nei Fondi storici sanciscono la relazione speciale della Galleria Nazionale con il mondo esterno, e la trasformano in un’autentica finestra sull’arte e sulla cultura moderna e contemporanea di tutto il mondo.

 


Fondo Ojetti – album fotografico con scene di strada di Salvatore di Giacomo ,1906

 

Entrare fisicamente all’interno degli archivi della Galleria Nazionale significa immergersi a pieno nella prospettiva Out of Joint e Out of Time dell’arte che essa si incarica di promuovere, di raccontare e di ergere a tratto incontrovertibile della contemporaneità. Ed è anche e soprattutto un modo per ricostruire un amplissimo e tornito segmento dell’arte in Italia da un punto di vista retrospettivo ed esterno, per posare uno sguardo nuovo su tutto ciò che, nei modi più disparati, abbia contribuito alla costruzione di un’epoca e di una civiltà.