Renato Guttuso, there and back again

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Primo dicembre 1986. L’appuntamento è alle 18 nella piazzetta del Grillo. Contrariamente alle usanze romane arriviamo tutti qualche minuto prima. Si definisce l’atto per la donazione allo Stato della Crocifissione e di altre dieci opere di Renato Guttuso. «È l’addio che preferisco», dirà lui con un lieve sorriso.

Così racconta Dino Basili sulla Repubblica il 20 gennaio 1987, a due giorni dalla morte di colui che fu uno dei massimi esponenti del Neorealismo pittorico. Pochi mesi prima l’artista originario di Bagheria aveva deciso di donare allo Stato undici opere, otto dipinti e tre disegni, fra i più esemplari della sua carriera, poi aggiunti al nucleo già esistente della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea.

 

renato guttuso
Rassegna Stampa della donazione Guttuso, 1987
Archivio bioiconografico della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

 

Meno di un anno fa, al ricorrere dei trent’anni dalla morte, la Galleria Nazionale gli ha reso omaggio con la mostra Renato Guttuso. Un uomo innamorato: ne facevano parte 23 opere della collezione del museo e fotografie e filmati provenienti dall’Archivio Guttuso e Rai Teche.

 

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La mostra Renato Guttuso. Un uomo innamorato

 

La Crocifissione campeggia nella Sala della Guerra, mentre Autoritratto, Trionfo della morteBozzetto per LA VUCCIRIA, Il merlo, Ritratto di Mimise, Il muro di Erice, Zolfatorello ferito e La visita della sera costruiscono ora una sala suggestiva, che assieme al Ritratto della madre si unisce al percorso di Time is Out of Joint.

 

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La donazione Guttuso (dettaglio)

 

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Renato Guttuso, Crocifissione, 1940

 

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Renato Guttuso, Autoritratto, 1942-1943

 

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Renato Guttuso, Il merlo, 1947

 

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Renato Guttuso, Ritratto di Mimise, 1947

 

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Renato Guttuso, Il muro di Erice, 1976

 

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Renato Guttuso, La visita della sera, 1980