Guido Morselli, Dissipatio H.G. — Ecco, l’immagine di un’umanità resa volatile e che si sia diffusa, disciolta, nell’atmosfera, mi si è già affacciata e l’ho respinta. Invece, concorda coi fatti. È favolosa, ma non è favoloso tutto? Un mondo tutto corpo, credente solo nella tangibilità, viene scorporato. Contraria per contraria expiantur. I vecchi paradigmi collaudati non servono più, ci vuole altro…
…forse non paradigma nuovo, ma uno “di recupero”. Questo frammento senza nome recupera in primis la voce, strumento primordiale, non trattata sinteticamente, lasciata nuda ed esposta a tutte le imperfezioni che la caratterizzano. Più che una canzone si tratta di una litania circolare, che in qualche misura recupera ritmiche parole isolate di un passato non troppo lontano, che ci ricorda che siamo esistiti davvero. Il frammento sonoro è un tentativo di scorporarsi dall’alta definizione, sempre più spesso richiesta e imposta, è un tentativo di evaporazione stratificata, realizzata in più momenti, che non guarda necessariamente a una sparizione ma più probabilmente a una lenta decrescita come base della ricostruzione.
— Lavinia Siardi, voce e pianoforte
Post dissipatio
Chiara Bettazzi – Diary 2012/2020
Lavinia Siardi – voce e pianoforte
Davide Tranchina – Strada stellare
Luca Gioacchino Di Bernardo – Post dissipatio