Guido Morselli, Dissipatio H.G. — La fine del mondo? Uno degli scherzi dell’antropocentrismo: descrivere la fine della specie come implicante la morte della natura vegetale e animale, la fine stessa della Terra. La caduta dei cieli. Non esiste escatologia che non consideri la permanenza dell’uomo come essenziale alla permanenza delle cose. Si ammette che le cose possano cominciare prima, ma non che possano finire dopo di noi. Il mondo non è mai stato così vivo, come oggi che…
…vi è così tanto silenzio. Il benessere del silenzio è mutato in ozio acustico, viziando l’uomo e confortando la sua centralità. Non vi è solo musica, vi è anche caos e poi silenzio. Non è vi è solo vicinanza, ma anche isolamento. Non è l’uomo ma la natura.
“Abîme des oiseaux” di Olivier Messiaen fu composto ed eseguito per la prima volta nel campo di concentramento di Görlitz.
In questa esecuzione – all’aperto e in presa diretta – il clarinetto evoca l’abisso del tempo attraversato all’improvviso dal canto libero e capriccioso degli uccelli. Un rumore di fondo fa da liquido di contrasto per vivificare e sottolineare la presenza della musica tutta.
— Eugenio Tattoli, clarinetto
Post dissipatio
Chiara Bettazzi – Diary 2012/2020
Lavinia Siardi – voce e pianoforte
Davide Tranchina – Strada stellare
Luca Gioacchino Di Bernardo – Post dissipatio