- Il 1 agosto 2022 alle ore 5:47 pm
La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, insieme al figlio di Carla Lonzi, Battista Lena (che ci ha generosamente dato in comodato il suo prezioso archivio) e alla responsabile dell’Archivio Lonzi presso la Galleria, Annarosa Buttarelli, ricorda i 40 anni dalla scomparsa di Carla Lonzi con le sue stesse parole:
Noi viviamo questo momento e questo momento è eccezionale.
Il futuro ci importa che sia imprevisto piuttosto che sia eccezionale.
Carla Lonzi in un’illustrazione di Jacky Fleming per la Galleria Nazionale
La presenza dell’Archivio Carla Lonzi, dal 2018, ha ampliato le possibilità di un orientamento di impegno e di pensiero già intrapreso dalla Galleria Nazionale dal 2015, sotto la direzione di Cristiana Collu, con numerose azioni messe in campo nel segno di una valorizzazione della presenza femminile nell’arte e nelle diverse pratiche culturali. Una grande indagine sul femminismo e sul suo significato nel nostro tempo è stata condotta nell’arco di 7 anni – ma sempre in fieri – attraverso mostre, progetti, festival, open call, eventi e acquisizioni.
I preziosi materiali dell’Archivio – dal 2020 completamente digitalizzati e consultabili – riconosciuti a livello internazionale per la loro importanza nel campo della storia dell’arte e degli studi di genere, hanno permesso alla Galleria Nazionale di condurre un lavoro per promuovere e trasmettere lo studio e la ricerca sul patrimonio di Carla Lonzi. Non solo, considerando i tanti progetti che questo Archivio non ha mai smesso di attivare, continua ad agire sul presente come fonte di ispirazione, generando nuova conoscenza e rivolgendosi con domande aperte alle generazioni future, nella conferma della sua piena vitalità.
Queste le tappe principali:
L’Archivio Carla Lonzi
L’ordinamento e l’inventariazione dell’Archivio Carla Lonzi presso la Galleria Nazionale ha preso avvio nel gennaio 2018. È la prima volta che si tenta l’operazione complessa di raccogliere, ordinare, custodire, digitalizzare e mettere a disposizione l’eredità documentaria di Carla Lonzi.
Women Out of Joint
All’inizio degli anni Settanta, Carla Lonzi ha definito il femminismo «la mia festa». Nel 2018 la Galleria Nazionale ha reso omaggio alla sua figura con un festival di tre giorni e un programma di incontri, laboratori, performance, proiezioni e letture che ha messo in relazione le esperienze di artiste, storiche, scrittrici, attiviste, ricercatrici e architette provenienti da una scena internazionale.
Le open call
La open call Dopo Hegel su cosa sputiamo? (2018), direttamente ispirata al pensiero lonziano e focalizzata sulla produzione di un testo in qualunque lingua e di qualunque genere, è stata seguita da quella internazionale per la realizzazione di video-autoritratti dal titolo Taci. Anzi, parla (2020).
Io dico Io – I say I
La centralità dello sguardo delle donne è il cardine della mostra Io dico Io – I say I, inaugurata a marzo 2021 a cura di Cecilia Canziani, Lara Conte e Paola Ugolini. Cinquantina di artiste italiane di generazioni diverse che in differenti contesti storici e sociali hanno raccontato la propria avventura dell’autenticità̀. Una sezione della mostra è stata inoltre dedicata all’esposizione di materiali provenienti dall’Archivio Carla Lonzi.
Self-portrait (Autoritratto)
Nel 2022 la Galleria Nazionale si è fatta promotrice della prima traduzione in inglese di Autoritratto (Self-portrait) di Carla Lonzi a cura di Allison Grimadi Donahue per Divided Publishing, presentata poi dal museo con un evento online.
Le donne e l’indagine sul femminismo sono sempre al centro delle attività della Galleria Nazionale. Tutte le tappe dal 2015 a oggi tra mostre, progetti, festival, eventi, call, digitalizzazioni e acquisizioni sono raccontate sul blog del museo nella pagina di Women Up.
Ricordando e ringraziando Carla Lonzi
di Rosella Prezzo
Nei primi anni Settanta, all’università di Milano, in un periodo pieno di effervescenza politica e relazioni, di “movimento” appunto, mi laureavo giovanissima in filosofia. Ma, paradossalmente, proprio mentre discutevo una tesi su Marx e Hegel si sputava su Hegel. Circolava infatti l’ingiunzione femminista irriverente di Carla Lonzi Sputiamo su Hegel, testo radicalmente rivoluzionario, in cui si leggeva, tra l’altro: “Non riconoscendosi nella cultura maschile, la donna le toglie l’illusione dell’universalità”.
Il colpo al cuore stesso del sapere universale mi provocò un sussulto, insieme a un certo imbarazzo e un forte turbamento perché mi metteva in gioco nella mia identità di giovane filosofa (anzi, “filosofo”) in formazione. In fondo si sputava proprio sul piatto in cui stavo mangiando, accidenti! Per un po’ cercai di eludere quella verità. Tanto più che, allora, i “luoghi delle donne” non corrispondevano per nulla ai “luoghi della filosofia”. Anzi, per dirla tutta, la filosofia non era molto gradita né granché considerata dalle donne che andavano movimentando non solo la vita pubblica e privata ma anche quella del pensiero e delle sue modalità.
E in quei luoghi, che pur mi attiravano e mi coinvolgevano, mi sentivo impoverita perché il sapere che stavo acquisendo, accumulandolo con passione sembrava moneta fuori corso. Mi ritraevo perciò un po’ turbata da quel pieno di pratiche collettive, e un po’ diffidente nei confronti di quel che di ‘militare’ ho sempre sentito in ogni ‘militanza’. Eppure, tornando a casa tra i testi dei filosofi, nel tempo della riflessione – un tempo sempre differito ma che non può mai essere astrazione dal tempo comune – avvertivo una profonda comprensione per alcune di quelle obiezioni di fondo.
E la voce di Lonzi, nella mia testa, continuava a echeggiare come interrogativo ineludibile verso quelle verità di ‘fuori’, perché mi riguardavano intimamente, consentendo l’ascolto del mio interrogare interiore e aprendomi ad altre fonti di senso e a una via di pensiero che mi restituiva una libertà che ho poi sempre cercato di onorare.