- Il 16 aprile 2022 alle ore 7:44 pm
La Galleria Nazionale X YouTube Shorts 🍿🥤
Ogni weekend di aprile alle 16 una nuova puntata della webserie “Time is Out of Joint in Shorts” con testo e voce di Cristiana Collu, Direttrice della Galleria Nazionale
Pensato come una mostra sul tema del tempo, Time is Out of Joint supera la consueta traccia cronologica e si articola in percorsi simultanei in cui le opere sono accostate per assonanze, contrasti, rimandi e citazioni.
«Per la prima volta la collezione di un museo è esposta come se fosse una mostra temporanea e dunque, per la prima volta, un titolo. Time is out of joint, Amleto, Shakespeare.
«Un titolo che è un manifesto, un programma, una modalità, un piano inclinato o meglio incrinato e insoluto di una riflessione sul nostro modo di stare al museo, di stare al mondo, di guardare le immagini, di metterci in relazione con le opere e con le relazioni che le opere intrattengono tra loro e con noi nello spazio del museo.
«È questo il luogo, è questo il set sintagmatico e paradigmatico di una dinamica cinematografica dove, sulla base di una struttura, di un’ossatura, di un copione, il regista, il pubblico, una moltitudine di individui costruisce la propria visita e vive la propria esperienza, come se fosse un film, come se girasse e montasse un film.
«Profondità di campo, campo lungo, piani americani, zoom, fuori fuoco, flashback e flashforward, raccontano non solo il movimento, ma la narrazione nella quale irrompe l’esperienza, il sentire e il sapere insieme alla scoperta, la memoria e l’oblio, le intuizioni e le proiezioni, l’immaginazione continuamente sollecitata da sensazioni singolari e private che accompagnano un processo di appropriazione, di prossimità e distanza.
«Il “come se”, è il primo out of joint, il primo elemento che scardina una logica apparente, un costume, un’abitudine e ci rimette in gioco nel campo della vita e del mondo dove io, tu, noi, il mondo e l’arte si trovano. Per poter immaginare dobbiamo immaginare l’esistenza di condizioni che ce lo consentano.
«La storia dell’arte e il tempo lineare, non abitano qui, ma fanno la loro apparizione, sono comprimari, antagonisti, semplici comparse, cornici di cornici fatte per essere spostate, attraversate, sbriciolate, cancellate. Il protagonista è il racconto, la modalità di costruzione della trama, la forma che è anche sostanza che è decisiva e che fa la differenza.
«Anche qui come al cinema, ciò che conta è la qualità del tempo non la quantità, qui il tempo fa il tempo, non obbedisce alle tassonomie che abbiamo inventato per poterlo pensare e per poterne parlare, non obbedisce alla irreversibilità, non è irrevocabilmente distinto in tre dimensioni.
«È Chronos ma è anche Aion, è il tempo che dura e il tempo nel suo incessante divenire, che si incurva e si sottrae, nessuna briglia, nessuna categoria, nessuna rassicurazione. Una struttura a diamante, un’immagine cristallo, caleidoscopica, multisfaccettata, deformata. In una parola complessa, out of joint e noi infiniti Amleto pieni di dubbi e con una sola tragica intuizione, toccherà forse a noi rimetterlo in asse?
«“Non vedi niente lì?” chiede Amleto alla Regina Madre indicando il fantasma (l’immagine fantasmatica) del padre, del Re, “Proprio nulla” risponde lei. Io, tu, noi invece vediamo da vedenti, da veggenti e da giocatori d’azzardo».