- Il 4 dicembre 2020 alle ore 1:45 pm
Io non la conoscevo bene e lei neppure, eppure in tre mosse abbiamo costruito un legame inossidabile. Ci siamo viste tre volte: nel 2003 in Galleria Nazionale, avevo chiesto un appuntamento per richiedere un prestito e mi concesse una mostra nonostante le perplessità di chi le stava a fianco che la invitava a chiedermi più crediti rispetto alla mia esperienza e al museo che dirigevo in quel momento, aperto appena qualche anno prima nel 1999. La sua risposta secca e veloce fu: “hanno inaugurato con Chillida e proseguito con Miró, il progetto mi convince, cosa altro posso chiedere a chi sta iniziando? Posso e voglio solo contribuire a creare il percorso”; poi nel 2016, scoperto il Cosenza le chiesi di incontrarci e lei mi ricevette a casa sua: tazze di te, ricordi e molti appunti per me; pochi mesi dopo iniziava la nuova stagione espositiva alla Galleria Nazionale e lei mi fece il regalo più bello, venne e io mi inchinai di fronte a una guerriera, inaspettatamente forte in modo che il suo aspetto fragile non confondesse gli interlocutori, e la sua non fu tanto una investitura quanto una benedizione.
La Galleria Nazionale riapre, riaprirà sempre. Questa volta, quando sarà – speriamo presto, prestissimo – la riapertura io, noi la dedicheremo a Sandra Pinto.