- Il 27 giugno 2017 alle ore 12:04 am
I leoni in effigie sul pronao sono l’emblema della sua storia, ma anche simbolo e metafora dei territori inesplorati, delle terrae incognitae dell’arte, di tutto quello che c’è ancora da scoprire e di tutto quello che rimarrà segreto e custodito. Un luogo dove ospitare e abitare l’utopia, dove avere coraggio, energia, forza, sempre all’erta, vigili e pronti allo scatto al di là di ogni mansueta apparenza.
La presenza epifanica delle opere di Davide Rivalta e la loro apparizione spaesante nell’habitat urbano, si sottrae alla statuaria: nella visione ravvicinata, infatti, la figura, senza per questo dissolversi, cede il passo al gesto formante, all’evidenza enigmatica della somiglianza e si offre come magistrale risultato di un processo in atto. Davide Rivalta ferma la vita senza toglierla, come mostrano anche i suoi disegni, riuscendo nella verosimiglianza naturalistica e nell’infinita sospensione di un istante “che mantiene una distanza proprio mentre l’oltrepassa”.